MOSAICO DI
PATRIMONIO

Guida al patrimonio culturale
dell’Anello di Fiume

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Benvenuti a Fiume, capitale europea della cultura 2020 e crocevia di tre mondi: Europa centrale, Mar Mediterraneo e Balcani.

Sebbene questa città sia esistita già ai tempi degli Illiri e dei Romani, lo sviluppo di Fiume come la intendiamo oggi è cominciato circa 300 anni fa, con la fondazione di un porto franco, di attività marittime e di industrie. La libertà di questa città cosmopolita continua a definirne l’identità: si tratta di un luogo aperto, multiculturale, dove le persone e le idee si fondono e, assieme, fioriscono.

Tutte queste caratteristiche storiche hanno portato la città ad avere un aspetto esteriore molto riconoscibile e peculiare: si tratta, infatti, di un mix di stile mediterraneo, austro-ungarico, italiano e jugoslavo, tutto concentrato su una fascia costiera stretta e densamente popolata.

Se durante la vostra passeggiata in centro vi capiterà di pensare che la città sembra costruita con pezzi di LEGO scombinati, sappiate che non siete i primi a pensarlo!

LA SORPRENDENTE FIUME

Si trova tra Piazza del Teatro, numerosi ristoranti e il mare.

Fantastika, come venne soprannominata la città dopo la nomina a capitale della cultura, è splendidamente grigia: è un agglomerato urbano la cui vita e la cui intensità hanno ispirato movimenti pionieristici per questa zona di mondo, come le prime scene punk, hip-hop e techno.

La città prende la propria energia da un mix di nazionalità e lingue, vantando uno status di luogo “borderline” e una mancanza di identità fiumana chiara che, infatti, più che una fotografia, sarebbe giusto definire come un mosaico variopinto.

Fiume, un tempo hub industriale, oggi è il cuore di un agglomerato urbano che conta oltre 200.000 abitanti, una fusione unica di territori iper-urbani e iper-rurali che si estende tra condomini di ultima generazione, cittadine pittoresche, spiagge e cime innevate... il tutto, entro 30 minuti di auto.

La diversità architettonica, urbanistica, climatica e naturale, qui, sfiora l’impossibile!

Proprio questa diversità rende il golfo fiumano uno spazio caratterizzato da stili di vita unici e peculiari, nonché da un profondo rispetto per le diversità.  La città guarda al presente e al futuro puntando su formazione, apertura e novità, nonché sulla cultura e sul turismo; il tutto avviene vantando già il titolo di città più liberale in assoluto non solo in tutta la Croazia, ma in tutti i territori della ex Jugoslavia. 

Fiume è una città ancora non intaccata dal turismo di massa. Qui, i turisti vivono fianco a fianco con la popolazione locale, condividendo gli stessi bar, gli stessi ristoranti, le stesse strade e le stesse spiagge.

Non vogliamo creare ghetti turistici; siamo una città, non una destinazione, e desideriamo trattare chi viene a visitarci come cittadini temporanei. 

Venite a godervi quest’atmosfera!

RADICI PROFONDE

La modernità si costruisce più facilmente se le radici sono solide.

Il carattere moderno di Fiume sarebbe meno affascinante senza la profondità e l’entità del patrimonio cittadino, che abbonda anche nelle immediate vicinanze.

Da dove partire?

Il mondo ha riconosciuto due fenomeni culturali fiumani autentici inserendoli nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’UNESCO.

I celeberrimi zvončari (lett. campanari) sono maschere iconiche e simbolo del Carnevale, soprattutto di quello strettamente fiumano.

Tuttavia, i veri percorsi degli zvončari si snodano al di fuori del centro cittadino, tra pascoli e boschi. Ogni anno, uomini grandi e grossi vestiti con maschere animalesche, campane enormi e altri dettagli peculiari vagano di villaggio in villaggio (soprattutto nelle periferie nord-occidentali), creando una cacofonia assordante che dovrebbe allontanare l’inverno e dare il benvenuto al clima più mite della primavera.

La loro storia, assieme a quella di altri rituali magici, prende vita nella Casa dei campanari di Halubje: si tratta di un centro culturale che è un vero vanto della regione fiumana, in quanto rappresenta anche altre località in cui si svolge il rito dei campanari (Viškovo, Kastav, Rukavac, Žejane).

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Ugualmente crudo, grezzo, ma incredibilmente potente, autentico e primordiale, è il suono della musica folk tradizionale della regione fiumana, ovvero la cosiddetta “scala istriana”. Anch’essa protetta dall’UNESCO, quest’armonia polifonica non può essere riprodotta con “strumenti standard” in quanto è totalmente incompatibile con le scale tonali e le frequenze moderne. La musica è eseguita solo con la voce o attraverso vari strumenti in legno, il più delle volte opera di artigiani locali.

La sua dissonanza rievoca emozioni antiche impossibili da smuovere con i toni della musica convenzionale. Talvolta piacevole, talvolta tendente al disagio, quasi sempre potente sui sentimenti: questa musica, un tempo, era il sottofondo di rituali come feste, matrimoni, nascite e funerali. Oggi, è tutelata come fenomeno unico al mondo e si cerca di salvarla dall’oblio.

La regione fiumana è custode di due documenti significativi per la legislazione e la letteratura croate. La tavola di Baška, datata attorno al 1100, è il più antico monumento scritto in lingua croata ed è un esempio splendido di iscrizione in glagolitico. Venne scoperta sull’isola di Veglia nel 1851.

Sulla terraferma davanti a Veglia, a Vinodol, si trova invece la patria del Codice di Vinodol, ovvero il più antico esempio di legge scritta in croato. Sia Veglia che Vinodol sono strettamente legati al nucleo urbano di Fiume attraverso la dinastia di una delle famiglie nobili croate più importante: i Frankopan.

Mentre la parte occidentale di Fiume è il regno degli zvončari, la parte orientale è il regno dei Frankopan. Questa famiglia nobile, fondamentale nella storia nazionale, ha lasciato una ricca eredità tra il XII e il XVII secolo in qualità di gruppo di principi, bani, artisti e rivoluzionari politici in lotta per l’emancipazione nazionale.

Una fascia delle loro città fortificate, da Grobnik fino a Fiume e Buccari, passando per il porto di Kraljevica e il relativo castello (che oggi funge da centro principale del progetto culturale “Le strade dei Frankopan”), si erge fiera a testamento di questa eredità importante.

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NAVIGARE È UN MUST

Fiume ha un nome che richiama l’acqua dolce, ma ha un carattere marittimo e strettamente legato all’acqua salata.

Nata sul mare, crebbe lungo le coste fino a diventare uno dei porti principali della regione.

Le sue coste sono testimoni di migliaia di navi che hanno solcato le acque del mondo, portando il nome di Fiume lontano da Fiume.

Tuttavia, questa città non è solamente una città affacciata sul mare: è una città che vive con e grazie al mare. Molte generazioni di fiumani hanno abbracciato i capricci del mare, ne hanno compreso i ritmi e lo hanno trasformato in una culla di vita. Grazie al suo porto, Fiume divenne il cuore del commercio, dando forma alle identità delle cittadine e dei villaggi circostanti.

Buccari divenne sede di una florida comunità di pescatori, dove reti e barche non erano solo mezzi, ma strumenti di sussistenza. Kraljevica divenne una sentinella della costruzione navale tradizionale, realizzando imbarcazione che portavano alto il vessillo delle conoscenze e delle abilità dei maestri d’ascia locali. Unica per le sue tradizioni di naviganti e capitani, Kostrena divenne sinonimo di conoscenza del mare e navigatori rinomati. 

Camminando lungo il golfo fiumano, incontrerete numerosi monumenti che celebrano antiche storie di mare. Tra di essi, c’è la tunera, ovvero un vecchio sistema per pescare i tonni che affascina sempre i passanti: si tratta di scale che si ergono in aria, inclinate a 45 gradi, e penzolano sopra all’acqua.

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Continuate la camminata lungo le “Strade dei Frankopan”, un percorso turistico-culturale che svela le storie di vita e benessere della famiglia Frankopan coinvolgendo ben 17 castelli e tre siti sacri situati nella regione. La storia dei Frankopan, principi di Veglia, copre oltre cinque secoli: durante questo periodo, i membri della famiglia furono i detentori del potere politico, sociale e culturale della zona dell’attuale Quarnaro.

Il loro patrimonio è visibile nei castelli, nelle città fortificate e nei palazzi, che evocano lo spirito del passato, gli intrighi di corte, i conflitti e la ricca cultura. I Frankopan tessero una rete collegante Buccari, dove gestivano la sicurezza del porto, Kraljevica, dove crearono un centro di costruzioni navali all’avanguardia, e Grobnik, dove monitoravano le vie sulla terraferma.

Ciascuna di queste località divenne una pietra miliare nel mosaico del loro potere, un testimone silenzioso delle reti commerciali e un simbolo di un’eredità che è sopravvissuta nei secoli.

Tra vecchie rotte commerciali e scogliere scoscese, i Frankopan unirono la terra e il mare in un’unica entità: ogni castello era come un’isola, ogni baia era come un palazzo. Insieme, il Quarnero e i Frankopan hanno plasmato una storia di successo, forza e bellezza enigmatica... in poche parole, una storia che nel tempo si è fatta leggenda.

Se visitate la Casa del marinaio di Kostrena, scoprirete il motivo del motto “Navigare è un must”. Navigare significa vivere e, infatti, la navigazione qui è uno stile di vita.  Questo centro interpretativo offre uno spaccato dell’imprevedibilità del mare e di tempi locali come le sfide affrontate dai naviganti, di oggi e di un tempo; il centro prevede l'esposizione di oggetti originali e di presentazioni multimediali interattive.

La vita e lo spirito dei marinai, la loro apertura, le loro risorse e la loro resilienza riflettono l’approccio positivo di queste persone all’ignoto, proprio come le navi sono sempre tornate al porto di partenza con nuove facce, idee e storie. Il mare ha dato loro il coraggio di esplorare, ma anche la saggezza di rientrare a casa.

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Per coloro che hanno cercato fortuna altrove nel mondo, l’apertura dell’Albergo degli emigranti nel 1908 fu di grande rilevanza. L’albergo, ancora presente oggi in via Industrijska (una sorta di monumento al passato industriale cittadino) è noto oggi come Milutin Barač. All’inizio della via, troverete un faro “che cammina”, ovvero che è stato riposizionato tre volte nel corso della propria storia.

Ancora più giù, lungo la strada, vedrete l’albergo che un tempo ospitava fino a duemila emigranti al giorno. Durante uno dei suoi viaggi nel periodo della migrazione tra Fiume e New York, la nave Carpathia ricevette un SOS proveniente dal celebre Titanic.

La ciurma rispose subito, arrivando in loco e salvando ben 706 persone, che vennero successivamente portate a New York. Tra di essi, c’era un marinaio fiumano che conservò un giubbino di salvataggio di quella tragica nottata. Oggi, questo oggetto dal valore inestimabile è visibile nel Museo di storia e marineria di Fiume e funge da ricordo indelebile del collegamento tra la città e una delle tragedie del mare più tristemente famose.

Il Palazzo del governatore, che ospita il museo e sovrasta il mare, era un simbolo vero e proprio di potere politico e influenza.

Non era, infatti, solo la residenza di figure potenti, ma era anche un simbolo del predominio di Fiume sul mare: ricordava, in particolare, i giorni in cui le navi cariche di beni provenienti da tutto il mondo attraccavano nel porto della città.

Tuttavia, le storie dell’eredità industriale e marittima di Fiume non sono legate solo al sapore salino del mare; infatti, il primo racconto relativo a questo mondo è anche il più dolce, come apprenderete visitando il Palazzo dello zucchero.

Nonostante si dica spesso che il dolce viene alla fine, nella storia industriale fiumana, fu l’esatto contrario: la raffineria di zucchero, infatti, fu la prima struttura di stampo industriale della città.

Una volta utilizzato come edificio amministrativo, caserma, fabbrica di tabacco e fabbrica di motori, questo palazzo oggi è un meraviglioso museo che racconta la storia fiumana. In particolare, ricorda i vari Stati a cui la città è appartenuta nel XX secolo, il lavoro della cartiera, della raffineria, della fabbrica di cioccolato e del mulino da riso, il ruolo di Fiume come porto di emigrati, gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, la vita musicale e teatrale cittadina, nonché la sua quotidianità e la vocazione all’educazione e alla cultura dell’automobile.

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Ovviamente, il museo narra anche la storia dell’invenzione del siluro. Nel 1866, a Fiume, fu inventato il primo siluro (torpedo) da un’idea di Giovanni Luppi per una barca da difesa; il perfezionamento del progetto e l’investimento si devono all’industriale inglese Robert Whitehead.

Quest’invenzione rivoluzionaria portò fama alla città e la rese un simbolo di alta tecnologia nei campi della marina, dell’industria militare e del commercio globale.

INDUSTRIA CULTURALE

Nota un tempo per le industrie, i cantieri e l’attività produttiva, Fiume, oggi, sta effettuando un cambiamento significativo, trasformandosi da centro industriale per eccellenza ad hub culturale che celebra il passato e guarda, al contempo, verso il futuro.

Dopo aver ottenuto il titolo di Capitale europea della cultura nel 2020, Fiume è diventata un luogo in cui creatività e arte si mettono in mostra, rimpiazzando le ciminiere e i complessi industriali che un tempo costituivano il panorama.

Uno dei simboli più significativi di questa trasformazione è il riutilizzo del distretto Rikard Benčić, ovvero un’ex zona industriale oggi convertita in moderno complesso culturale.

Collocato nel centro cittadino, questo complesso affonda le proprie radici nel XVIII secolo, quando qui venne fondata la più grande raffineria di zucchero di tutto l’impero.

Oggi, l’area, nota primariamente come Quartiere dell’arte, ha un ruolo completamente diverso: quello di salotto cittadino. Ospita enti come il già menzionato Museo cittadino, all’interno del Palazzo dello zucchero, il Museo d'arte moderna e contemporanea, la Biblioteca cittadina e la Casa dei bambini: si tratta di spazi che attirano nuove generazioni di artisti, creativi e visitatori.

Anche la sala Exportdrvo, un tempo usata come modernissimo magazzino per i prodotti lignei di passaggio nel porto di Fiume, è stata riqualificata. Quando la sala venne edificata nel 1961, era difficile immaginare che 60 anni dopo sarebbe diventata uno degli spazi culturali principali della città. Al posto del sughero, oggi ospita architetti, artisti, attori e ballerini, nonché orde di spettatori che desiderano assistere a eventi di ogni tipo. Exportdrvo, come simbolo di cambiamento e rinnovo, continua a essere il fulcro della scena fiumana culturale e dell’intrattenimento anche dopo il 2020.

Questi nuovi spazi non sono solo simboli di nuova vita, ma rappresentano anche una trasformazione dell’identità cittadina. Questa transizione evidenzia l’abilità della città di adattarsi, mutare e reinventarsi, pur mantenendo un occhio al proprio passato.

La stessa trasformazione avverrà presto nella nave Galeb, che diventerà un museo-albergo. Originariamente costruita per trasportare frutta tropicale, questa nave sopravvisse all’attacco dei siluri, pur affondando e restando su un fondale di 22 metri per tre anni.

Alla fine, divenne la rinomata residenza galleggiante di Josip Broz Tito e del Movimento non allineato. Il ponte della Galeb ospitò grandi leader politici del XX secolo, nonché molti artisti. A breve, diverrà un museo dotato degli arredi originali della nave e contenente numerose fotografie e oggetti correlati alla ricca storia politica e sociale dell’epoca in cui l’imbarcazione solcava i mari.

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Tra gli esempi di nuova vita culturale vi sono anche due musei privati, ma ugualmente significativi: il Museo della farmacia e Peek&Poke, ossia il Museo dei primi computer. Quest’ultimo permette di osservare i primi esempi di questa popolare tecnologia.

Questo museo, in particolare, offre programmi innovativi che attraggono sia i semplici curiosi sia varie istituzioni globali prestigiose. Peek&Poke, con le sue mostre, ci ricorda la velocità con cui il futuro diventa passato, mentre noi passiamo quasi impercettibilmente da un’era digitale all’altra, lasciandoci alle spalle idee che fino a qualche anno prima erano ancora visionarie. Si tratta di un’esperienza di svago e formazione allo stesso tempo.

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Fiume è sempre stata una città caratterizzata da ponti tra le generazioni, tra le tradizioni e tra gli stili di vita. In questi ciclo continuo, la città di pone come esempio di rivitalizzazione del patrimonio industriale attraverso l’arte, l’innovazione e la creatività, fino a diventare un moderno centro culturale che dà forma a nuovi orizzonti. Inesauribile, come verrebbe da descriverla, Fiume è plasmata da infinite correnti e ondate di cambiamento, proprio come un corso d’acqua che scorre. Non è una coincidenza che il motto della città sia: “Amo la città che scorre”.

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IL SUONO GLOBALE DELLA CITTÀ

Risulta difficile identificare l’origine della cultura musicale di Fiume.

Alcuni dicono che i marinai portavano le novità musicali provenienti da luoghi lontani. Altri sostengono che le tendenze del momento arrivavano da Trieste tramite la radio italiana e i canali TV. E poi vi sono quelli che attribuiscono la musicalità di Fiume alla sua eccellente scuola musicale, che ha operato per tre secoli di fila.

Tutte queste spiegazioni sono parzialmente vere.

Prima che il mondo portuale diventasse un hub automatizzato come lo conosciamo oggi, i marinai e il porto di Fiume fungevano da Internet prima ancora che Internet fosse inventato: le mode globali arrivavano prima in questi ambienti.

Il vicino confine come la “morbida Cortina di ferro” a Trieste faceva trapelare le ultime novità in fatto di moda, musica e stile di vita. Non è sorprendente che Fiume e la splendida cittadina costiera di Abbazia fungessero da enclave del pensiero libero. Le mode occidentali si scontravano con il mix unico di vocazione industriale fiumana e di paradiso turistico (nel caso di Abbazia), dando vita ad un’esplosione di folklore locale contaminato dalle nuove mode.

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Se foste venuti qui negli anni ‘70 e ‘80, avreste pensato forse di essere atterrati in una qualche colonia inglese non ancora scoperta: a quei tempi, infatti, imperversava la musica punk e new wave in quantità davvero sorprendenti!

Questo fenomeno si applicò anche ad altre tendenze sia musicali sia del mondo della moda.    

Sebbene Fiume abbia una tradizione in molti generi musicali, dal turbo-folk all’opera, questa città è sempre stata rinomata per l’underground, ovvero per i suoni duri del punk, dell’heavy metal, dell’hip-hop e della techno. In qualità di città della classe operaia, ricalcava splendidamente le parole del famoso artista jugoslavo della new wave Vlada Divljan: “Lavora in miniera, non ha vita facile; ecco perché non le piace la musica, ma il ritmo sfrenato!” 

Questi ritmi forti, eccentrici e provocativi si sono messi in mostra davanti a tutta Europa nel momento in cui, nel 2023, la band fiumana Let 3, rappresentativa della scena musica cittadina, si è esibita all’Eurovision.

A Fiume, cercate i club e i bar con musica dal vivo o le location iconiche come l’immortale rock club Palach, in attività continua dal 1968; oppure, visitate Husar, una delle prime discoteche d’Europa, aperta addirittura nel 1957.

Proprio mentre questa proto-discoteca si stabiliva vicino a una vecchia loggia massonica e mentre si tenevano concentri jazz in una chiesa battista, c’era anche un club techno chiamato Crkva (chiesa), nonché vari party di musica elettronica in vecchi tunnel militari abbandonati, concerti rock sulle imbarcazioni e addirittura performance occasionali nel mercato del pesce!

Questi dettagli così stravaganti testimoniano anche che la musica nasce veramente ovunque. Dovreste vedere anche la Fête de la Musique, nei giardini del Palazzo del Governatore, con i giovani musicisti del conservatorio, nonché gli eventi nell’edificio Crekvina, a Kastav, le improvvisazioni jazz sulle spiagge o la fine tradizionale del carnevale, ovvero il clamore dei campanari di Halubaj. Quello è vero heavy metal preistorico!

Ovviamente, non c’è bisogno di mistificare troppo la scena e i fenomeni underground del territorio perché, ovunque vi giriate, scoprirete che la musica da strada domina. I giovani, per esempio, sono incredibilmente affascinati dalla scena trap e dai suoni di vari ibridi pop-folk della post-Jugoslavia: immaginate l’invidia dei loro genitori e degli amanti del rock della prima ora. Ma non importa: i teenager sono fatti per contraddire i genitori e Fiume esiste proprio affinché ogni genere musicale e ogni appassionato possa trovare la propria strada!

Ora, dimenticatevi tutto quello che avete letto e andate per strada: i veri intenditori di musica non leggono, ma ascoltano, suonano e ballano! Fiume è quindi una città dalla vocazione musicale? Pare proprio di sì... anzi, è innegabile che lo sia.

TOUR DELL’ARCHITETTURA FIUMANA
(ambiente e architettura)

A Fiume, coesistono armonicamente gli opposti.

Mentre passeggiate per la città, noterete come la storia e la modernità, lo splendore e l’intimità, l’industria e la natura si combinano, creando un ambiente unico che rende la città viva e imprevedibile. A ogni angolo, piazza o strada, Fiume racconta una storia che invita all’esplorazione, lasciandovi l’impressione che a ogni curva vi attenda una novità. Fiume è un vero concentrato di micro-location.

L’architettura fiumana, come la città stessa, porta con sé storia di epoche passate che riflettono il costante cambiamento e adattamento. Nei secoli, diversi stili si sono inter-collegati a Fiume, lasciando ognuno un marchio tra le vie della città. Attraverso i palazzi, gli edifici e i complessi industriali, Fiume racconta una storia che testimonia l’eredità marittima, commerciale e industriale.

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La vostra avventura può iniziare con una passeggiata lungo il Canale morto, ossia il vecchio letto del fiume Rječina; ancora oggi, questo spazio funge da porticciolo per piccole imbarcazioni.

Fermatevi davanti all’Hotel Continental, rinomato per essere uno dei luoghi di incontro più famosi di Fiume; questo vale soprattutto per i giovani, che lo soprannominano “Kont”.

Questa location unica, dove una piazza-ponte spaziava, un tempo, sul vecchio confine di Stato (tra l’Italia e il Regno di Jugoslavia durante il periodo tra le due guerre), ha dato vita a un luogo pubblico vivace che ha plasmato l’identità della città stessa.

Continuate poi verso il canyon urbano nel centro (via Vodovodna o Ružićeva), dove i residenti di Fiume, un tempo, lavoravano alacremente in ambito commerciale e industriale. Le facciate di numerosi edifici, oggi, sono decorate con murales che raffigurano temi che spaziano dalla storia all'astrattismo.

Questi murales danno nuova linfa agli spazi pubblici, aggiungendo colore alle strade cittadine e promuovendo il dialogo tra architettura e arte contemporanea. Entrambe le strade conducono verso un’altra zona industriale significativa, nonché il simbolo più appariscente della città: Hartera, un’ex cartiera. Durante il XIX e XX secolo, questa cartiera era la forza trainante della vocazione industriale cittadina: era un luogo in cui diverse generazioni lavoravano, creavano, socializzavano e crescevano. Fermatevi per ammirare l’edificio dell’ex centrale elettrica Energana: si tratta di una struttura moderna con turbine a vapore e una ciminiera di ben 85 metri. Oggi, viene chiamata Sinergana ed è un centro di tecnologie creative e di industria IT.

Lasciando il complesso industriale, potete dirigervi più in profondità nell’animo cittadino, verso le rive del fiume Rječina. Poco dopo, troverete un’oasi di tranquillità adornata dalle rovine pittoresche di due giganti: Mulino Žakalj e mulino Matešić. Edificati nel XIX secolo, questi mulini vennero danneggiati dalle inondazioni e dagli incendi, ma furono ricostruiti fino a quando non venne presa la decisione di abbandonarli. La natura ha quindi sostituito l’industria, reclamando i propri spazi e adornando le vecchie mura del fascino che solo la vegetazione viva e inarrestabile sa dare.

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Se vi avventurate ulteriormente da Fiume verso Buccari, troverete i Bakarski prezidi: si tratta di monumenti simbolo dello sforzo umano e dell’autenticità.  Questi muretti a secco, infatti, vennero creati per formare vigneti terrazzati su pendii particolarmente scoscesi. Un tempo, queste terrazze ospitavano i vitigni usati per realizzare un rinomato vino frizzante. Oggi, invece, i prezidi abbandonati sono in corso di restauro in qualità di simboli della perseveranza e dell’ingegno delle generazioni che plasmarono l’ambiente che li circondava con la sola forza delle proprie braccia.

Non importa in quale direzione andrete: troverete sempre uno splendido ambiente ad accogliervi.

Sia che decidiate di percorrere le stradine di Kastav o di Buccari, sia che vogliate ammirare le mura del Castello di Tersatto o che, magari, vogliate dedicarvi alla scoperta della potenza industriale di Kraljevica o delle bellezze naturali di Grobnik, troverete una storia ad attendervi a ogni passo. A ogni angolo, scoprirete come il passato e il presente si fondono: tra castelli, chiese, fortificazioni, esempi di arte contemporanea e aree industriali rivitalizzate, scoprirete un mondo ricco e affascinante. Ogni percorso conduce a nuove scoperte.

L’unica cosa importante è mettersi in cammino.

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IL RITMO DELLA VITA

La cosa migliore che potete fare in qualità di turisti a Fiume è quella di vivere come la popolazione locale, di percepire il respiro della città e di integrarvi. Siate ospiti, non stranieri di passaggio!

E quindi, come vivono i fiumani?

Per cominciare, fare un “Đir po Korzu”, ovvero una camminata su e giù lungo la strada principale.  Guardatevi attorno, parlare con qualcuno e fate vostro lo spirito che aleggia per la via. La passeggiata senza meta lungo il Korzo può essere vista come simbolo della vita stessa sul Mediterraneo.  Il Korzo, infatti, pur appartenendo a una città relativamente piccola, si estende per ben 700 metri e offre tantissimi svaghi tra bar, negozi, studi di ogni genere e edifici pubblici importanti. A differenzia di altri centri storici dell’Adriatico, il Korzo pullula di vita 365 giorni l’anno.

Dagli studenti ai pensionati, passando per businessmen e artisti di strada... ognuno viene qui per un determinato motivo. Il Korzo resta il cuore di Fiume e della sua vita pubblica e commerciale. Se potete trascorrere in città solo qualche ora, fermatevi qui, dove vengono i fiumani e dove la città pullula di vita. Come primo incontro con la città è abbastanza emblematico.

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Se avete più tempo, invece, vi invitiamo caldamente ad avventurarvi più in profondità.

Per esempio, potete recarvi al porto e camminare fino alla fine del Molo Longo.  Fiume si estende lungo un pendio stretto e allungato che segue la costa e, vista dall’alto, ricorda un serpentone di cemento lungo circa 10 km. La vista da questo molo lungo quasi 2 km vi offre una panoramica sul centro e sul panorama architettonico che vi circonda.

Nulla è nascosto da qui: ogni edificio e ogni pietra miliare dell’architettura fiumana è visibile e quello che avrete davanti agli oggi è un piccolo trattato di architettura del XVIII, XIX e XX secolo. Palazzi, silos, gru, luoghi di culto e casette tipicamente mediterranee... tutto concentrato in uno spazio davvero piccolo!

Avendo il porto che vi separa dalla città, potrete ammirare anche gli spazi in cui brulica la vita lavorativa legata al mare. Sicuramente, quella dal molo è una vista che molti amano e molti odiano... ma sicuramente nessuno resta indifferente.

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Se avete camminato abbastanza, potete tornare indietro e cercare un posticino dove mangiare. Se siete fortunati, potete assistere anche al treno merci che passa lungo la Riva e blocca sostanzialmente il traffico di auto con il proprio serpentone di vagano sferraglianti che passano tra un lato e l’altro del porto.

Potrebbe essere l’ora della marenda, ovvero un pasto veloce e spesso economico che viene consumato nei giorni lavorativi a metà giornata. I fiumani, pragmatici e parsimoniosi, preferiscono la marenda quotidiana ai ricchi pranzi nei ristoranti più raffinati. Fate come loro e ordinate qualcosa di tipico, come il pesce! Per capire l’importanza dei prodotti ittici per Fiume, fate un salto al mercato del pesce locale, soprannominato “la cattedrale del pesce” dal membro dei Monty Python e viaggiatore Michael Palin. Se non amate il pesce, potete provare uno dei numerosi piatti fiumani in cui si fondono le influenze mediterranee, balcaniche e globali.
Quotidiana, veloce, economica e fresca: queste sono le regole d’oro della marenda fiumana.

Se vi trovate a Fiume in un pomeriggio d’estate, dovete fare un bagno in città.  Le spiagge di Fiume sono vicinissime al centro: spesso sono piccole e formate da ciottoli e rocce (chiamate localmente grotte), nonché da sporadiche piattaforme di cemento. Spesso queste spiagge hanno dei frequentatori affezionati: i locali, infatti, sanno chi le frequenta, in che periodo dell’anno e addirittura a che ora del giorno. Anche i baretti sul mare hanno la propria clientela di affezionati. I prezzi sono nella media ed eventi come concerti e mostre culturali sono spesso sotto-promossi per evitare di alterare il delicato equilibrio tra cittadini fiumani e turisti.

Visitate Fiume per scoprire questi mondi ancora poco noti al turismo di massa!

Anche l’inverno ha un proprio fascino.

Le giornate dell’Avvento, gli eventi nel Quartiere dell’arte e il picco delle stagioni dell’opera e del balletto rendono Fiume una destinazione diversa da altre mete marittime, che spesso vanno in letargo nei mesi invernali.

Il punto più alto della stagione invernale fiumana è sicuramente il Carnevale.

Questa tradizione pagana, intrecciata alle festività del calendario cattolico, è un vero simbolo della città. In alcune giornate, le maschere più autentiche e tradizionali dei sobborghi, di cui la città è immensamente fiera, scendono in centro per dar vita ad interpretazioni carnevalesche moderne. Quest’aria di festa culmina in una gigantesca sfilata dove circa 100.000 persone danno l’addio alla stagione fredda e celebrano l’arrivo della primavera tra rumori assordanti e una cacofonia che difficilmente avrete modo di sentire altrove. Si tratta infatti di un mix di musica etnica, atmosfera da rave party e scenografie Mad Max caratterizzate da veicoli enormi e rumorosi.

Una fusione irresistibile!  

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Quando i fiumani sono stanchi del caos cittadino, amano rifugiarsi nelle zone circostanti.

C’è Kastav, con il suo fascino da classico “borgo di collina” e la sua celebre festa dedicata al vino nuovo (Bela nedeja). Un simile fascino è riscontrabile a Grobnik, dove i locali si dedicano anima e corpo alle tutela della tradizione; anche il loro cibo riflette l’antica vita rurale e viene simboleggiato dal piatto tipico a base di polenta (palenta kompirica) e dai formaggi.

La costa orientale è terra di naviganti: la cittadina di Kostrena, l’orgogliosa Buccari e i castelli di Kraljevica vi offriranno un mix unico di paesaggi incontaminati, centri storici e siti industriali, portuali e costruttivi affascinanti... tutto questo, lo troverete solo in questa specifica porzione costiera.

Quando i fiumani vogliono davvero fare una gita fuori porta, vanno a Trieste: una visita e un caffè in questa città italiana sono il tipico passatempo domenicale di molti locali. La splendida Abbazia, nelle vicinanze, è un’altra meta tipica. Tuttavia, pensate che un detto fiumano dice: “La cosa migliore di Abbazia è la vista sull’altro lato del Golfo, ovvero su Fiume”.  

Ma torniamo alla città e ai suoi panorami iconici.

Questa città fatta di colli, salite e scale vi invita a godervi i panorami dall’alto: uno dei punti migliori per farlo è costituito dalle scalinate di Tersatto. Con 539 gradini (alcuni dicono 561 e c’è una leggenda secondo cui nessuno riesce a contare il numero esatto), queste scale amatissime dalla popolazione locale conducono alla chiesa di Nostra Signora di Tersatto, al monastero francescano e a uno dei panorami più belli della zona. 

Guardando Fiume dal castello, potrete ammirare da un altro punto di vista la città che vi ha abbracciato e accolto nelle ore precedenti. Salutatela dall’alto e promettetele che tornerete presto a trovarla.

Da questo momento, anche voi vi sentirete un po’ fiumani.